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ANY QUESTIONS?

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a cura di Isabella Tupone e Francesco Mancini

Milano, galleria Area\B
5 marzo – 10 maggio 20244
Inaugurazione: martedì 5 marzo, ore 18.30

Con opere di: Chiara Baima Poma, Irene Balia, Loredana Galante, Laura Giardino e Sarah Ledda

Dal 5 marzo al 10 maggio 2024, la galleria Area\B di Milano presenta la mostra “Any Questions?”, una collettiva tutta al femminile curata da Isabella Tupone e Francesco Mancini, che vede esposte venti opere – in gran parte inedite – firmate da Chiara Baima Poma, Irene Balia, Loredana Galante, Laura Giardino e Sarah Ledda. 

Il titolo “Any questions?” cita la frase che chiude il celebre romanzo di Margaret Atwood del 1985 “Il racconto dell’Ancella” diventato simbolo di emancipazione femminile: ambientato nell’immaginaria Repubblica di Gilead, affronta il tema della sottomissione delle donne in un ambiente che le giudica sulla base della loro fertilità, considerandole alla stregua di semplici oggetti. Ma non solo: al centro di quest’opera letteraria troviamo profonde riflessioni sulla solidarietà femminile, sulle caratteristiche di una società patriarcale, sulla perdita dei diritti e delle relative libertà.

Le cinque artiste invitate, diverse per età e formazione, danno una loro visione di questi temi – sempre attuali e purtroppo mai superati – attraverso poetiche personali e registri differenti.

Nelle opere di Chiara Baima Poma (Cuorgnè, 1990) – tele in cui tecnica pittorica e stile richiamano l’arte medievale e rinascimentale italiana – passato e presente, luoghi familiari ed esotici, realtà e sogno si uniscono. I suoi lavori rendono omaggio ad una pluralità di canoni estetici che ritroviamo ad esempio in “Giocare col fuoco” e “Piangere sul latte versato” tratte dalla serie “Modi di dire”. Queste tele esaltano una bellezza fuori dagli schemi attraverso il contrasto tra la bidimensionalità del supporto e la fisicità dei corpi accompagnata spesso da uno sguardo a tratti malinconico.

Chiara Baima Poma, Giocare col fuoco, 2024, gouache, foglia d’oro su tela, (28×35) cm.

Chiara Baima Poma, Piangere sul latte versato, 2021, acrilico e foglia d’oro su tela,(136,6×81) cm.

Irene Balia (Iglesias, 1985) trae ispirazione da canzoni, poesie, avvenimenti quotidiani, oltre che da tradizioni che appartengono alla sua terra natia, la Sardegna.

Proprio a una di queste fa riferimento l’opera in mostra “La fumigazione” in cui l’autrice racconta di un rituale tramandato di generazione in generazione allo scopo di combattere “lo spavento”: una donna taglia via quattro ciocche di capelli dando loro fuoco, bruciando letteralmente la paura e allontanando il trauma derivato da uno spavento o un grande dispiacere.

Irene Balia, L’inappetente, 2023, acrilico su tela, 120×100 cm.

Loredana Galante (Genova, 1970) espone i suoi delicati ricami: una pratica da sempre legata al mondo della donna, appannaggio femminile anche nel romanzo della Atwood, che nell’artista genovese diventa tecnica per un racconto contemporaneo: quello della negazione dell’esposizione del corpo, la costrizione quasi costante a coprirsi, il non poter parlare liberamente della sessualità per non essere giudicate “poco eleganti”. Nelle opere di Galante le protagoniste sono orgogliose della loro bellezza e della loro fisicità, rivendicando il diritto a mostrarsi, esprimersi, spogliarsi, essere.

Loredana Galante, Demi mondaine ( L’offerta), 2023. Ricamo su tessuto, 38×23 cm.
Loredana Galante, Nock si tu es là, 2024. Ricamo su tessuto (62×47 cm).

Con opere meno recenti e altre più attuali, Laura Giardino (Milano,1976) presenta una panoramica della sua produzione, dal 2013 al 2015, fino al 2024. Mentre nei suoi lavori passati troviamo anche una riflessione sugli stereotipi femminili, nelle opere più recenti la figura femminile va scomparendo lasciando tracce di un passaggio che si può cogliere da piccoli dettagli: piante ben curate, luci accese, erba tagliata. L’ arte di Laura Giardino riflette sull’universalità della donna nel contesto contemporaneo e si concentra sulla libertà e la difesa incondizionata della stessa. La sua arte, così come il romanzo da cui prende nome la mostra, si lega ad un’emancipazione totale dove il diritto alla libertà estetica e personale è e dev’essere dato per scontato.

Laura Giardino,Sour, 2024. Tecnica mista su tela, 80×100 cm.

Laura Giardino, Blindspot 5, 2015, tecnica mista su tela, 100×120 cm.


Sarah Ledda (Aosta, 1970) attinge, per il suo lavoro, all’immaginario cinematografico e televisivo, in particolare al repertorio del cinema classico hollywoodiano, da cui trae singoli frame che, decontestualizzati, si allontanano dal loro significato originale per assumerne uno più universale. I suoi soggetti femminili vanno spesso contro gli stereotipi 


di genere. Come Pippi Calzelunghe, o la Judy Garland-Dorothy del Mago di Oz, o – ancora – la Audrey Hepburn-Holly Golightly di Colazione da Tiffany: tutti personaggi che vivono ben al di fuori dai canoni sociali, rivendicando coraggio e intraprendenza, personalità e unicità. 

Sarah Ledda, Vi vedo piccoli piccoli, 2023. Olio su tela (90×120 cm).

Sarah Ledda, Exposed, 2023. Olio su tela, 30×40 cm.

Cenni biografici

Irene Balia è nata a Iglesias nel 1985, vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito il diploma nel 2004, si trasferisce a Sassari e prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti, ottenendo nel 2009 il diploma accademico in pittura. È stata finalista di vari premi, tra cui il Premio Michetti, il CO.CO.CO-Como Contemporary Contest (2013) e il Premio Lissone (2014). Nel 2017 realizza la sua prima commissione pubblica presso la Cittadella degli Archivi di Milano. Nel 2020 partecipa al programma di residenze internazionali della Fondazione Macc di Calasetta. Ha esposto in vari spazi istituzionali e gallerie nazionali e internazionali, tra le quali: Pinacoteca Mus’A (Sassari), Schultz Gallery (Berlino), Esentai Gallery (Almaty, Kazakistan), Villa Clerici (Milano).

Chiara Baima Poma vive e lavora alle Isole Canarie. Dopo due anni all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino parte per un lungo viaggio in Asia, durante il quale l’immaginario dell'India la colpisce particolarmente diventando sua fonte di ispirazione. Si trasferisce in Australia dove, con gli elementi raccolti nei viaggi, produce la zine “Kaos” e una mostra omonima. Successivamente, a Londra, fonda con altri artisti il collettivo Pacific Social Art Club (PSAC), con il quale organizza mostre d'arte e ''open call'' per artisti emergenti, e inizia una collaborazione con BlackWhite Gallery con cui realizza una personale dal titolo “It Costs to be Austere”. Una volta nelle Isole Canarie, la sua pratica diventa più consistente e i suoi dipinti diventano lo specchio di un mondo interiore che trae ispirazione da storie e rituali antichi, il tutto filtrato da un'estetica che affonda le radici nell'arte dei grandi maestri italiani. Questa riscoperta dell'arte italiana a porta a collaborare con la Galleria Peola & Simondi, con la quale partecipa alla fiera d'arte MIART nel 2023 e dà alla luce la personale dal titolo "Specchi per le allodole" dove espone la sua serie sui proverbi italiani. Una residenza artistica l'ha poi portata in Senegal dove trova una moltitudine di ispirazioni da cui nascerà un libro e una mostra.

Loredana Galante è nata a Genova nel 1970, vive a Milano. Ha studiato presso il liceo artistico Paul Klee e l’Accademia Ligustica. Successivamente vince la borsa di studio del centro T.A.M diretto da Arnaldo Pomodoro. Frequenta stage di danza e corsi di teatro come "Master lat Gong di teatro, danza e musica dei popoli" di Echo Art, e la scuola di teatro Quelli di Grock. Il suo lavoro non è vincolato ad un medium: lavora con l’installazione, la performance, la pittura e la forma laboratoriale con lo scopo di attraversare gli strati emozionali, riabilitare la gentilezza, esaltare il sentimento. In un linguaggio ironico e spesso ludico, sdrammatizza ansie e desideri personali come l'amore, la famiglia, la dipendenza emotiva e l'abbandono. L’artista ricerca un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva.

Laura Giardino è nata a Milano, nel 1976, dove vive e lavora. La sua ricerca pittorica si concentra sugli spazi, prevalentemente urbani, come luogo di indagine sulla vita che vi scorre. Ambienti ordinari vengono trasformati in un altrove da esplorare nuovamente. La composizione essenziale, le prospettive improbabili, i colori insoliti e le luci inaspettate offrono una visione enigmatica della realtà. Misteriosa, come l’esistenza. Numerose le mostre pubbliche e private. Ricordiamo l’ampio progetto personale Aperture/Aperturas, a cura di Carmelo di Gennaro, presentato all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid e Out Of Field, a cura di Marina Guida, al PAN di Napoli. Del suo lavoro si è parlato sulle principali riviste italiane del settore e sui principali quotidiani nazionali e internazionali, sono stati pubblicati servizi monografici su Arte, Artribune, Espoarte, AD Italia, El Pais, El Mundo. Nel 2020 é stata pubblicata la monografia La Luce Oltre, con testo di Elena Pontiggia, nella collana the painter’s room di Vanillaedizioni. Con le sue opere è presente nelle collezioni permanenti di: Museo Michetti, VAF Stiftung e Fondazione The Bank.

Sarah Ledda è nata ad Aosta nel 1970 e vive fino al compimento degli studi a Palermo, dove nel 1993 si diploma all’Accademia di Belle Arti. La prima personale di rilievo è “Nitrato d’argento”, a cura di Luca Beatrice (Aosta, 2000) a cui seguono esposizioni a Parigi e a Bruxelles. Dal 2003 con alcune mostre curate da Maurizio Sciaccaluga e la partecipazione al V Premio Cairo e al Premio Seat Pagine Bianche d’Autore il suo lavoro entra nel circuito nazionale delle gallerie e delle fiere d’arte contemporanea realizzando da allora numerose esposizioni in Italia e all’estero, in collezioni e spazi privati e pubblici. Sue opere sono presenti nella collezione permanente del Castello Gamba, museo d’arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta. Dopo qualche anno a Torino, dal 2016 si trasferisce ad Aosta, dove vive e lavora. Sul suo lavoro hanno scritto diversi critici d’arte, tra cui Cecilia Antolini, Luca Beatrice, Martina Corgnati, Antonella Crippa, Alessandra Galletta e Maurizio Sciaccaluga.

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