Alessia Locatelli è Direttrice Artistica della Biennale Internazionale della Fotografia Femminile – BFF (bffmantova.com) e co-direttrice dell’Archivio Enrico Cattaneo. È curatrice indipendente e progetta e organizza mostre ed eventi culturali con istituzioni e realtà private, in Italia e all’estero, mentre in parallelo continua l’attività di progettazione e consulenza. È firma di alcune riviste specializzate e referente critico del Dossier Fotografia del “CAM, catalogo di arte moderna” (ex-Bolaffi) Ed. Giorgio Mondadori – Gruppo Cairo. Insegna in scuole di fotografia e collabora come docente e visiting professor con università nel territorio. Partecipa a giurie e premi internazionali, tra cui il British Journal of Photography, e come folio-reviewer e curatore in Fiere e FotoFestival come il Deloitte photo grant e Les Rencontres d’Arles. È inoltre Nominator al prestigioso Prix Pictet. Si occupa di progettare e coadiuvare gli autori nella scelta delle carte e nei materiali di montaggio utili alla conservazione e alla vendita. Consulente nel collezionismo fotografico.
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Alessia Locatelli
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Private per potere

Alessia Locatelli
La terza edizione della Biennale della Fotografia Femminile ha scelto di declinare la sua proposta espositiva e di approfondimenti intorno al tema Private. Per chi ha seguito sin dalla nascita gli sviluppi del Foto Festival internazionale dedicato alla cultura, alla visibilità e al professionismo fotografico di genere femminile e queer, sa che la BFF si declina ogni due anni su una tematica specifica e in doppia lingua, italiana e inglese. In questa edizione, il tema solleva la grande questione contemporanea della privacy. Sbandierata come elemento atto a tutelare l’individuo all’interno del sistema economico e sociale, essa viene continuamente mortificata e venduta al miglior offerente sul mercato dei Data. Il nostro privato non ci appartiene. La potente “virata” tecnologica delle AI e del virtuale, e gli effetti di questa sulla condizione umana, sono stati identificati nel Manifesto ideato dal gruppo Onlife Initiative1 del prof L. Floridi dell’Università di Oxford. Onlife Initiative è un progetto finanziato dalla Commissione Europea per studiare la diffusione delle TIC, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione2. Il Manifesto ispira una riflessione sui modi in cui un mondo iperconnesso costringe a ripensare i quadri concettuali su cui si fondano le relazioni e le politiche, nel pubblico e nel privato.

Una svolta epocale raccontata nel progetto esposto alla BFF sugli spazi pubblici di Esther Hovers, dal titolo False Positives. La privacy riguarda anche la sfera relativa alla vita privata: che cosa facciamo quando non siamo visti e quanto desideriamo mostrare di una parte così intima dell’esistenza.

Una riflessione scaturita dal lavoro fotografico The Lusty Lady Series di Cammie Toloui. Agli inizi degli anni ’90 la fotografa statunitense esegue una serie di scatti all’interno del peep show in cui lavora per mantenersi gli studi alla San Francisco State University, raccontando con grande rispetto i private pleasures degli avventori del club. Una relazione fatta di un doppio sguardo voyeuristico: quello instaurato tra la fotografa che riprende i giochi erotici e chi si reca in cabina per osservare a sua volta l’esibizione della Toloui.

Nella giurisprudenza italiana il concetto di privacy attenziona anche la persona fisica ed è inteso quale: “Diritto di ognuno a che la proiezione sociale della propria personalità non subisca travisamenti o distorsioni a causa della attribuzione di idee, opinioni o comportamenti differenti da quelli espressi”.3 È attraverso questa lente che la Biennale della Femminile omaggia – con la consueta mostra d’archivio – la fotografa Lisetta Carmi nei cento anni dalla sua nascita, attraverso una selezione a cura dell’Archivio Carmi gestito da Martini e Ronchetti. Esposti alcuni ritratti ambientati che raccontano la quotidianità delle donne nella Sardegna del 1964 e in Sicilia, nel 1977. Una gioiosa carrellata
1 Manifesto che intende lanciare un dibattito aperto sull’impatto dell’era computazionale sugli spazi pubblici, sulla politica e sulle aspettative della società nei confronti delle politiche di competenza dell’Agenda digitale europea. Più in generale, questo Manifesto intende avviare una riflessione sul modo in cui un mondo iperconnesso richiede un ripensamento dei quadri di riferimento su cui sono costruite le politiche. Per approfondire: https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-319-04093-6_2#group-1.
2 TIC è un termine che indica la Tecnologia dell’Informazione, riferito all’ampia gamma delle tecnologie di comunicazione: internet, reti wireless, telefoni e device, computer, software, middleware, videoconferenze, social network e le molte altre applicazioni per servizi multimediali.
3 Pino, Giorgio “Il diritto all’Identità Personale. Interpretazione costituzionale e creatività giurisprudenziale” Il Mulino, Bologna, 2003, pp.240.

sull’universo femminile di un’Italia che si mostra nella sua iconica genuinità, attraverso lo sguardo accorto della fotografa genovese. Sempre all’interno del tema identità e privacy, si sviluppano i progetti fotografici di Claudia Ruiz Gustafsson, Luisa Dörr e Thandiwe Muriu.
La prima fotografa sviluppa una narrazione che combina materiali di archivio, mappe, disegni e scatti fotografici per ridefinire in La Ciudad en las Nubes il concetto di “scoperta” di Machu Picchu. Una narrazione storica indissolubilmente legata all’avvento dell’uomo occidentale e delle grandi spedizioni scientifiche, totalmente disinteressate a considerare la presenza dei Quechua quali nativi di quei luoghi, che hanno contribuito alla creazione di un distorto “immaginario peruviano”, anche attraverso l’uso dei dispositivi fotografici.

ImillaSkate di Luisa Dörr è la storia fotografica della rivincita delle giovani skater boliviane che si riappropriano delle polleras, ovvero le gonne della tradizione, per salire sulla tavola e cimentarsi con uno sport ancora prettamente maschile, sfidando stereotipi e sovrastrutture.

La fotografa kenyota Thandiwe Muriu con Camo (lemma che deriva dal temine camouflage) con forza estetica e capacità di sintesi esegue dei ritratti per ridefinire il concetto di bellezza dal punto di vista africano. In un confronto con i temi dell’identità e della ridefinizione dell’empatia femminile, fotografa i suoi soggetti fondendoli con l’ambiente circostante, restituendoci coinvolgenti fotografie dalle cromie sgargianti.
La BFF nasce come realtà internazionale e dal 2020 ritrova nella doppia lingua i principidella sua ricerca tematica. In italiano la parola Private ingloba il germe della privazione, declinata al femminile plurale. Qualcosa è venuto meno, qualcosa è stato sottratto. In un contesto di privazione della libertà si muovono due lavori, esposti in parallelo.
La BFF porta in mostra Photo Requests from Solitary, un progetto visivo avviato nel 2009 da Tamms Year Ten – una coalizione di individui e attivisti, riuniti per lanciare una campagna di riforma del penitenziario di Tamms – e Where Prison Is a Kind of Freedom di Kiana Hayeri.
Photo
Requests from Solitary (PRFS) è un progetto partecipativo che accoglie, attraverso un sito web, le richieste da parte dei detenuti americani di alcune fotografie specifiche, trovando in seconda istanza un volontario che le realizzi. Ogni giorno, più di 80mila persone vivono in celle di isolamento, una condizione che lungi dall’avere una ricaduta positiva sulla rieducazione dei detenuti, provoca danni psicologici a lungo termine. In un regime di privazione della libertà estremo, anche un ritaglio di cielo nell’ora d’aria è negato ai carcerati.

Il progetto è in dialogo con quello di Kiana Hayeri, Where Prison Is a Kind of Freedom, in cui alcune donne si trovano nelle carceri afghane colpevoli di aver ucciso i loro mariti: queste donne ed i loro figli minorenni in una situazione di privazione hanno trovato una comunità collaborativa e accogliente. Una visione lontana dal nostro concetto di prigione.

La fotografa dell’agenzia Magnum, Newsha Tavakolian, ci accompagna in punta di piedi in Iran, la sua terra di origine, dove la rivolta femminile e della maggioranza della società civile stanno cercando di cambiare le inaccettabili privazioni imposte alle donne iraniane, in un momento in cui lo Stato vieta l’utilizzo delle fotocamere per raccontare il cambiamento in atto.

Con il suo Drought. No Water in the Owens Valley, Daria Addabbo volge lo sguardo sull’ecologia con il racconto fotografico sul prosciugamento del fiume Owens: incanalato a servizio della rete idrica della città di Los Angeles, ieri centro urbano in espansione e oggi in situazione di grave siccità. La privazione dell’acqua è solo uno dei problemi di cui ad oggi soffre la valle.

Tamara Merino in Underland pennella, con una grande abilità nell’uso delle luci, gli ambienti interni ed i paesaggi dentro cui si sviluppa l’esistenza d’intere comunità di persone che hanno trovato la loro libertà nel sottrarsi volontariamente all’urbanizzazione. Una privazione che ha permesso loro di ritrovare nuovi equilibri ecologici, naturali e – perché no – umani.
Biennale della Fotografia Femminile 2024
col sostegno di FUJIFILM Italia
L’8 marzo prossimo aprirà ufficialmente la terza edizione della Biennale della Fotografia Femminile di Mantova che si avvale anche per questa terza edizione del sostegno di Fujifilm Italia, che ha creduto nella rassegna dal suo primo esordio.
FUJIFILM sarà presente anche con il suo brand INSTAX per “Ritratti Istantanei alla Ricerca del Sublime”, progetto de Il Sublimista, rivista letteraria e fotografica che ispira la ricerca del Sublime attraverso storie di artisti, opere e luoghi. Artisti e pubblico saranno i protagonisti di ritratti scattati con le fotocamere istantanee INSTAX. Le stampe verranno poi esposte su un photo wall dedicato nella suggestiva cornice della Casa del Mantegna e pubblicate nello “Speciale Biennale BFF” del sublimista.it, oltre a essere condivise sui social media con l’hashtag #InstaxSublimiBFF. Ad ogni soggetto ritratto verrà posta la domanda “Qual è il significato del Sublime per ciascuno di noi?”, e farà da filo conduttore al progetto.
Da sempre, FUJIFILM si impegna nel sostenere progetti volti a promuovere la cultura dell’immagine, così come iniziative mirate a valorizzare il ruolo e l’empowerment della figura femminile sia nel contesto sociale che professionale. In linea con questo impegno, FUJIFILM Italia è orgogliosa di essere al fianco della Biennale della Fotografia Femminile di Mantova fin dalla sua fondazione.
A proposito di FUJIFILM Italia
FUJIFILM Italia S.p.A. è una filiale di FUJIFILM Europe GmbH con sede a Cernusco sul Naviglio (MI) e opera sul mercato italiano con soluzioni integrate e prodotti destinati ai settori Photo Imaging, Electronic Imaging, Optical Device, Graphic Arts e Medical Systems. Con oltre 150 dipendenti impegnati nelle funzioni marketing, commerciale, assistenza tecnica e amministrativa, FUJIFILM Italia si pone sul mercato come partner solido e competente, in grado di rispondere alle esigenze dei clienti con soluzioni efficaci e personalizzate.
A proposito di FUJIFILM Corporation
FUJIFILM Corporation è una delle principali società operative di FUJIFILM Holdings. Dalla sua fondazione nel 1934, l’azienda ha costruito un patrimonio di tecnologie avanzate nel campo dell’elaborazione delle immagini fotografiche, e in linea con l’obiettivo di diventare una “total healthcare company”, Fujifilm applica tali tecnologie nel campo della prevenzione, diagnosi e trattamento di patologie e nel campo Life Science. Fujifilm sta inoltre espandendo il business dei materiali ad alta tecnologia, compresi i materiali per schermi piatti, per i sistemi di grafica e dispositivi ottici.
ARTE E CULTURA
Fondazione Cariplo, da sempre, promuove la cultura sia come elemento di crescita e benessere per le persone, sia come leva di sviluppo delle comunità. Da un lato, attraverso i propri bandi, la Fondazione sostiene numerosi enti del Terzo settore che, sul territorio, realizzano iniziative ingaggiando gruppi formali e informali, cittadini e professionisti; dall’altro, davanti a questioni particolarmente complesse, realizza direttamente, insieme a partner selezionati, progetti a carattere integrato e innovativo. Al fine di favorire il rinnovamento dei modelli di fare e vivere la cultura, la Fondazione sostiene la partecipazione culturale, specialmente da parte delle persone fragili e nelle aree territoriali marginali, e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale attraverso l’innovazione culturale, un approccio orientato allo sviluppo sostenibile dei territori e una particolare attenzione al capitale umano.
In questo ambito Fondazione Cariplo ha sostenuto dal 1991 quasi 15.000 progetti donando oltre 1,2 miliardi di euro a iniziative artistiche e culturali sul territorio.