Per molti i nomi Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco sono legati a un lontano film di Giuliano Montaldo, alla struggente canzone che ne siglava la colonna sonora, composta da Ennio Morricone e cantata da Joan Baez, alle roventi ballate di Woody Guthrie. Nel nostro ricordo distratto quella di Nicolae Bart è la storia triste e sconsolata della persecuzione e morte di due innocenti, portati alla sedia elettrica perché anarchici e perché italiani. Ossia, a inizio anni Venti del ‘900, immigrati e sovversivi, stranieri pericolosi, “quasi bianchi” pronti a ogni violenza.
Bisogna immergersi nel libro di Paolo Pasi, nella sua scrittura di eccellente tenuta letteraria, nella sua capacità di condurre la narrazione col passo e il ritmo del narratore di razza, nella capacità di tenere il filo di una documentazione ricchissima e dalle infinite diramazioni, per scoprire che quella storia non finisce con la vicenda individuale di due sfortunate vittime. L’oltranza con cui il sistema giudiziario americano si accanì contro i due colpevoli ideali, italiani e anarchici, appunto, accusati di rapina a mano armata e duplice omicidio, il disprezzo per ogni testimonianza– e furono centinaia – a favore dei due imputati, il disinteresse per le prove, l’indifferenza per le sempre più evidenti incongruenze e spesso assurdità dell’impianto accusatorio si specchia nell’enormità della mobilitazione mondiale che accompagnò in maniera crescente prima il processo, poi la serie infinita di ricorsi, regolarmente respinti (in quale ordinamento che non esca da un romanzo dell’assurdo, il magistrato che valuta la plausibilità di un ricorso è lo stesso, in questo caso il giudice Thayer, che ha condotto il processo oggetto di ricorso?). Da New York a Londra, da Berlino a Buenos Aires, da Parigi a San Francisco, da Bombay a Lisbona milioni di persone manifestarono chiedendo la libertà per Sacco e Vanzetti, centinaia di intellettuali, scrittori come Anatole France, Alfred Einstein, Bertrand Russell, G. B. Shaw, insieme a illustri giuristi, chiesero, carte processuali alla mano, il proscioglimento con formula piena dei due. Persino papa Pio XI rivolse un appello alla clemenza al governo e alle corti degli Stati Uniti; Henry Ford, proprio lui, persino lui, pubblicò un intervento sul “New York Times” invitando i giudici a ripensarci.

Paolo Pasi ci porta con la vividezza del racconto nelle strade dell’America di inizi ‘900, tra le case e le fabbriche delle tante Little Italy sparse per la East Coast, nelle aule dei tribunali, nelle celle delle carceri e nelle piazze ribollenti di protesta, nella vita, nei pensieri di Nicola e Bart, e insieme però conduce un’analisi puntuale, acuminata, del sistema giudiziario, della feroce guerra di classe nutrita di venature razziste, della organizzazione della repressione, della edificazione di una società e di un sistema economico in misura preponderante basato sull’esclusione, la segregazione, la persecuzione del dissenso.
Giovedì 1 parleremo del libro e della vicenda di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti con Paolo Pasi. Le librerie che vorranno condividere lo streaming me lo segnalino. E inizio a postare i banner che alleghiamo.
Buon lavoro a tutte e a tutti
Paolo Soraci