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Il segreto di Hokusai per la prima volta in mostra «HOKUSAI – L’acqua e il SEGRETO della grande onda».

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dal 29 marzo  al 28 settembre 2025 al Museo civico Luigi Bailo di Treviso.

La genialità artistica di Katsushika Hokusai, maestro indiscusso dell’Ukiyo-e, prende vita in una importante mostra ospitata dal Museo civico “Luigi Bailo” di Treviso. La mostra offre uno sguardo innovativo sul processo creativo del grande maestro del periodo Edo. «HOKUSAI – L’acqua e il SEGRETO della grande onda», questo il titolo dell’esposizione curata e ideata da Paolo Linetti, in collaborazione con l’Associazione Mnemosyne, verrà inaugurata sabato 29 marzo e sarà aperta fino a domenica 28 settembre 2025.

Hokusai Katsushika, La grande onda al largo di Kanagawa della serie Le 36 vedute del monte Fuji, xilografia policroma su carta di gelso, 257×379 mm, seconda metà XIX, collezione privata.

Famoso per la straordinaria e ormai proverbiale capacità di catturare la potenza e il dinamismo dell’acqua, Hokusai ha saputo creare un dialogo misterioso con la cultura europea, superando i confini geografici, ma soprattutto politici, di un Giappone che all’epoca viveva la fase storica di massimo contrasto e isolamento verso l’Europa.  Il suo genio nasce dall’incredibile fusione tra rigore scientifico e immaginazione sconfinata: ogni opera, come un ponte tra il reale e l’onirico, mette in luce la sua capacità di analizzare e comprendere profondamente la natura, trasfigurando il visibile, terreno e tangibile, in valore universale e mistico.

Hokusai Katsushika, Bellissimi raggi di sole sull_oceano – da Hokusai gafu vol 1, xilografia policroma su carta di gelso, 220 x 290 mm, editore Eirakuya Toshiro e Izumiya Ichibe, 1849, collezione Mnemosyne.

L’esposizione che si inaugurerà il 29 marzo – presentata stamani in conferenza stampa presso la sede del Municipio Ca’ Sugana di Treviso, tratterà per la prima volta in una mostra, il “segreto” che si cela dietro “La Grande Onda”, la sua opera più iconica, simbolo di una produzione artistica in cui l’acqua occupa un ruolo centrale. Fluida, dinamica, impetuosa, Hokusai ne ha catturato ogni sfumatura, dedicandosi particolarmente alle onde del mare, simbolo della forza straripante della natura. La mostra ripercorre lo studio cronologico delle diverse prove che portarono all’onda perfetta in cui Hokusai seppe unire la sua straordinaria creatività  al rigore scientifico.

Chikanobu Youshu, Musashi la luna sopra Tatsumi Lady Osame, xilografia policroma su carta di gelso, 325 x 215 mm, 1884, collezione privata.

Saranno presenti alla conferenza stampa l’Assessore alla Cultura, Musei, Biblioteche, Beni Culturali, Marketing territoriale e Turismo Maria Teresa De Gregorio, il Dirigente settore Cultura-Turismo e Musei-Biblioteche del Comune di Treviso Fabrizio Malachin, il curatore della mostra Paolo Linetti, i rappresentanti del Concessionario Athena Promakos.

«HOKUSAI – L’acqua e il SEGRETO della grande onda» svelerà, dunque, in modo approfondito e inedito la tecnica compositiva dell’artista, attraverso l’esposizione di circa 150 opere si potrà comprendere il metodo con cui Hokusai realizzò i suoi lavori più celebri, dove si riscontrano anche richiami subliminali ai modelli classici di alcuni maestri rinascimentali.

Hokusai Katsushika, Il Fuji visto dal mare I, xilografia policroma su carta di gelso, 226×260 mm, 1934, collezione privata.

Grazie al confronto con opere di autori a lui contemporanei come Kunisada, Utamaro, Kuniyoshi, la mostra evidenzia inoltre la modernità della resa grafica di Hokusai, la sua tecnica, e il profondo impatto che il suo stile ha avuto sulle generazioni successive. Le sue opere non solo hanno influenzato altri artisti, ma sono diventate un vero e proprio fenomeno stilistico e di design, lasciando tracce nell’artigianato e nella moda.

«L’impulso che mi ha guidato in questo lavoro di ricerca è nato dalla necessità di comprendere le radici più profonde del fascino universale esercitato dalle opere di Hokusai – ha spiegato Paolo Linetti, curatore della mostra -. Volevo individuare i motivi che hanno permesso al maestro giapponese di raggiungere risultati così straordinari, in grado di affascinare tanto le culture orientali quanto quelle occidentali».

Hokusai Katsushika, La corovana da Hokusai gafu vol 1, xilografia policroma su carta di gelso, 220 x 290 mm, 1849, collezione Mnemosyne.

Frutto di anni di studio e di intuizioni straordinarie, Linetti è riuscito a decifrare il codice costruttivo su cui poggia la dinamica impalcatura scenica della maggior parte delle opere di Hokusai, comprendendone da un lato l’approccio intellettuale e tecnico e dall’altra le affinità con i principi armonici dell’arte classica europea.

«Nel maggio 2021, ho scoperto due schemi geometrici fondamentali che il maestro utilizzava per costruire gran parte delle sue opere – prosegue Paolo Linetti -. Uno degli aspetti più affascinanti è che questo schema deriva da influenze occidentali: un’eredità che attraversa l’oceano, collegando continenti e epoche diverse, spiegando perché i primi europei che entrarono in contatto diretto con le opere di Hokusai percepirono un senso di familiarità, pur restando colpiti dall’esotismo dell’arte giapponese. In questa mostra, lo schema con cui Hokusai costruiva le sue opere viene finalmente svelato, rappresentando uno dei momenti più importanti e affascinanti dell’esposizione. È un’occasione unica per ammirare il processo creativo che ha reso il maestro un’icona universale».

Anonimo, i Capolavori di Hokusai in oro broccato, oro, platino, seta, 1940-1960, 31 x 432 cm, collezione Mnemosyne.

«HOKUSAI – L’acqua e il SEGRETO della grande onda» è organizzata da Athena Promakos in collaborazione con ViDi Cultural. Un’iniziativa resa possibile grazie al partenariato pubblico privato, avviato nell’ottobre 2023, tra il Comune di Treviso e il concessionario Athena Promakos, che ha rappresentato una grande opportunità di potenziamento delle iniziative di valorizzazione dei musei civici di Treviso. A questo proposito Elena Giangiulio, responsabile di Athena Promakos, ha dichiarato:  «Il Partenariato Pubblico Privato tra il Comune di Treviso e il Concessionario Athena Promakos rappresenta un valido modello di gestione che sta maturando significativi risultati in termini di ricadute economiche sul territorio e di posizionamento del circuito museale di Treviso.   L’organizzazione di due mostre di rilievo internazionale, che si svolgeranno simultaneamente al Museo Luigi Bailo e al Museo Santa Caterina, insieme al potenziamento significativo dei cosidetti “servizi aggiuntivi” nonché agli investimenti sostenuti dalla pubblica amministrazione di Treviso negli ultimi anni nella cultura, sono la testimonianza che Treviso è un centro culturale vitale in grado di attrarre l’attenzione di un pubblico sensibile e un turismo qualificato».

Paolo Linetti, storico dell’arte giapponese, oggi direttore del Museo d’Arte Orientale Mazzocchi di Coccaglio (Brescia), ha ricevuto nell’agosto del 2024 il riconoscimento del Ministero degli Affari Esteri del Giappone per il suo contributo alla promozione della cultura giapponese in Italia. È autore di innumerevoli trattati sull’arte giapponese nonché curatore di mostre nazionali ed europee, consulente cinematografico sull’arte orientale per gli aspetti storico artistici afferenti la cultura giapponese e infine autore di libri per la didattica.

«HOKUSAI – L’acqua e il SEGRETO della grande onda»

29 marzo > 28 settembre 2025

Museo Civico “Luigi Bailo” Treviso

LA MOSTRA

La grandezza di Hokusai, celebrata già nei primi anni del XIX secolo, non si limita alla bellezza dei suoi dipinti: il suo genio nasce dall’incredibile fusione tra rigore scientifico e immaginazione sconfinata. Ogni opera, come un ponte tra il reale e l’onirico, rivela la sua capacità di analizzare e comprendere profondamente la natura per poi trasfigurarla in qualcosa di universale.

Tra i suoi soggetti più amati, l’acqua occupa un ruolo centrale: fluida, dinamica, impetuosa, Hokusai ne cattura ogni sfumatura, dal fragore delle cascate allo schianto delle onde. Nessuno come lui ha saputo immortalare la potenza degli elementi, trasformando l’acqua in protagonista assoluta, simbolo di forza, cambiamento e eternità.

La sua opera più iconica, La grande onda al largo di Kanagawa, è un esempio perfetto di questa maestria: una scena apparentemente semplice che, con la precisione geometrica delle curve e il dinamismo travolgente dell’onda, è diventata uno dei simboli più riconoscibili dell’arte mondiale.

Hokusai sviluppa un codice architettonico sul quale disporre linee, angoli e figure delle sue opere.

Il risultante è la creazione di opere che a livello subliminale l’occhio percepisce come armoniose, equilibrate ed eleganti.

Hokusai non dipinge solo l’acqua: la rende viva, eterna, capace di fuggire dal foglio per raggiungere l’immaginazione di chi guarda. Ed è proprio in questa straordinaria capacità che risiede il cuore del suo genio.

Per Hokusai come poi affermerà Freud l’acqua ha il più importante significato onirico: l’acqua simboleggia la nascita e il mare l’inconscio.

Il mare e l’acqua svolgono un ruolo fondamentale nella cultura giapponese, permeando la vita quotidiana, le arti e le credenze del popolo nipponico. Questa connessione profonda è radicata nella geografia del Giappone, un arcipelago costituito da oltre 6000 isole, circondato dall’oceano, ma va oltre la mera configurazione geografica.

IL MARE E L’ACQUA

L’arcipelago, con la maggior parte della popolazione concentrata nelle pianure vicino al mare, fa sì che il mare e la sua vista siano elementi naturali e quotidiani. Qui il mare non delinea il confine della nazione, il mare è esso stesso Giappone, come una membrana di una cellula è la veste esterna del suo nucleo. 

Le profondità del mare costituiscono anche il limite, il lontano e l’ignoto, habitat dei kaiju, mostri smisurati, tartarughe millenarie, coccodrilli di mare, ningyo (sirene giapponesi), mostri informi che Hokusai si diverte a rappresentare come soggetti di una fauna ignota. 

Le cascate, nonostante l’impeto e la violenza che colpiscono al primo impatto rappresentano il perpetuo movimento che, nonostante i cambiamenti, si ripete incessantemente. Sono la rappresentazione visibile del Kannagara, la coscienza divina che fluisce e la forza vitale che si evolve.

SULLE OPERE

Nella mostra si svelerà lo schema compositivo con cui Hokusai creò la grande onda affascinando sia l’inconscio dei giapponesi che quello degli occidentali.

Tale schema meticolosamente costruito era studiato al millimetro con accurato bilanciamento attraverso compasso e riga.

Hokusai, nell’arco della sua produzione artistica, continuerà la sua ricerca nell’immortalare l’onda perfetta; nel percorso della mostra si svelerà come col proseguire degli anni riccioli di schiuma, spuma e masse d’acqua si evolveranno e trasformeranno.

A partire dal 1814, Hokusai avvia la pubblicazione del primo volume degli Album di disegni dal vero di Hokusai (Hokusai shashin gafu). Nel secondo volume della serie troviamo una xilografia a doppia pagina, che rappresenta una drammatica caccia a una balena vista dalla spiaggia. L’immagine è attraversata da una fune in tensione, che sottolinea il contrasto tra la forza della balena e quella dei pescatori. In primo piano, sulla riva, si assiste metaforicamente allo scontro che si consuma in mare: due onde contrastanti, con silhouette evocative, catturano lo spettatore. Sulla sinistra emerge un’onda che richiama quella de Il battello in mezzo alle onde (1805), mentre sulla destra una seconda onda, per forma e spuma, anticipa quella che diverrà celebre come L’onda di Kanagawa.

Dopo il successo straordinario della serie Trentasei vedute del Fuji, gli editori commissionarono a Hokusai un nuovo ciclo di paesaggi. Nacque così la raccolta in tre volumi Le cento vedute del monte Fuji. Nel secondo volume, realizzato tra il 1834 e il 1835, spicca la xilografia Il Fuji visto dal mare, dove l’acqua assume una dimensione monumentale, ma pacificata. L’onda, che si muove da sinistra verso destra, abbandona la violenza della sua celebre controparte di Kanagawa, accompagnando lo sguardo dello spettatore in un flusso armonico e privo di tensioni emotive. La grande massa d’acqua culmina in una schiuma che si disfa in frammenti, evocando i pivieri, uccelli costieri che, secondo la leggenda, nascono dalla spuma delle onde. Lo sguardo si libra insieme agli uccelli, in un’atmosfera di serena maestosità.

La xilografia originale, pensata in tonalità di grigio, è stata successivamente rielaborata in una versione a colori per accentuarne la relazione con L’onda di Kanagawa. Tuttavia, l’uso del blu di Prussia nel Fuji visto dal mare aggiunge energia visiva, attenuando la sensazione di pace e il senso di miracolo presente nell’originale.

Se l’onda delle Trentasei vedute incarna una forza distruttiva, quella de Il Fuji visto dal mare rappresenta invece un’energia costruttiva. Le due immagini, per certi versi, si completano a vicenda: la prima evoca la potenza implacabile della natura, la seconda celebra la sua armoniosa magnificenza.

SUL CODICE COSTRUTTIVO

«L’impulso che mi ha guidato in questo lavoro di ricerca è nato dalla necessità di comprendere le radici più profonde del fascino universale esercitato dalle opere di Hokusai. Volevo individuare i motivi che hanno permesso al maestro giapponese di raggiungere risultati così straordinari, in grado di affascinare tanto le culture orientali quanto quelle occidentali.

In particolare, mi sono concentrato sul capire come Hokusai aderisse con sorprendente precisione ai canoni classici occidentali, ricercando e confermando il suo uso di principi armonici che potrebbero spiegare il senso di familiarità percepito anche da chi non appartiene al mondo orientale.

Nel maggio 2021, ho scoperto due schemi geometrici fondamentali che il maestro utilizzava per costruire gran parte delle sue opere. Questi schemi, ben riconoscibili nelle sue creazioni più tarde e nei disegni realizzati con maggiore cura, offrono una chiave unica per comprendere la genesi del suo genio.

Uno degli aspetti più affascinanti è che questo schema deriva da influenze occidentali: un’eredità che attraversa l’oceano, collegando continenti e epoche diverse, spiegando perché i primi europei che entrarono in contatto diretto con le opere di Hokusai percepirono un senso di familiarità, pur restando colpiti dall’esotismo dell’arte giapponese. Questa connessione universale portò molti di loro a commissionargli lavori tra i più prestigiosi e remunerativi della sua carriera.

In questa mostra, lo schema con cui Hokusai costruiva le sue opere viene finalmente svelato, rappresentando uno dei momenti più importanti e affascinanti dell’esposizione. È un’occasione unica per ammirare il processo creativo che ha reso il maestro un’icona universale».

Paolo Linetti, curatore della mostra

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