Con “Chelsea Hotel e altri atelier” prosegue l’anno di celebrazioni per il centenario della nascita di Enzo Sellerio
Lunedì 21 ottobre all’Erbario del Gymnasium dell’Orto Botanico di Palermo
al via l’esposizione con 45 fotografie di Enzo Sellerio;
artisti ritratti tra Palermo e Roma, Parigi e New York tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Ospitata all’Orto Botanico dal Sistema Museale di Ateneo, organizzata dalla casa editrice e dall’Archivio Sellerio e curata da Olivia Sellerio e Sergio Troisi, “Chelsea Hotel e altri atelier” sarà visitabile
dal 21 ottobre al 21 dicembre dalle 10 alle 18. Alla mostra, inclusa nella visita all’Orto, si potrà accedere anche direttamente con un distinto biglietto d’ingresso.
Non c’è la sua Sicilia antiretorica, né i suoi personaggi sparpagliati per le vie, le piazze, i vicoli di città e i paesi: non c’è un’umanità che pullula, lavora e che fa festa, non c’è “l’umana compagnia”, in questa quarta mostra in programma per il centenario della nascita di Enzo Sellerio, “eppure, dice Fred Ritchin, come nel suo repertorio siciliano, dove la fotografia pare rivelare storie nel mezzo di un racconto, di un vagare verso qualcos’altro, anche nei suoi ritratti di artisti, pittori, scrittori, attori e musicisti, si ha la sensazione che i sentieri della vita abbiano una qualche direzione”, e sia soltanto l’inizio d’un discorso, che chi guarda dovrà, se ne è capace, continuare.
Tra gli artisti ritratti da Enzo Sellerio nelle 45 fotografie, 10 delle quali inedite, molti orbitavano intorno alla galleria L’Obelisco, lì nel 1956 Enzo Sellerio tenne la sua prima mostra personale. Di Irene Brin e Gaspero del Corso, la galleria era uno dei centri più vivaci della capitale, un riferimento per gli esponenti più importanti della nuova arte italiana, e per gli artisti stranieri che negli anni Cinquanta soggiornavano a Roma, come Ben Shahn e il giovane Robert Rauschenberg; l’esposizione romana rappresentò per Sellerio una preziosa occasione di confronto con l’ambiente artistico e intellettuale che in quegli anni viveva una straordinaria stagione di fermento culturale. La collaborazione con riviste internazionali tra le più importati di quegli anni, prima du con cui pubblicò i primi grandi reportage, poi Fortune e Vogue, lo portarono a Parigi e New York a fotografare alcuni tra i più noti protagonisti della scena culturale dell’epoca, ritraendoli per i periodici americani e per proprio conto; la sua popolosa galleria è abitata, fra gli altri, da alcuni ritratti esposti in questa mostra.
C’è Bruno Caruso, all’epoca grande amico di Sellerio, nel deposito di legname ad aggirarsi tra le assi come uno dei suoi personaggi, e Giacomo Baragli tra i calchi di gesso delle sue sculture; c’è Dacia Maraini giovanissima ceramista, e sua madre Topazia Alliata regale come una diva del tempo; c’è un “Guttuso pensieroso, ritratto a Velate – di fianco una bottiglia d’anice secco spagnolo, la Gitane tra le dita della mano destra, ed ecco – ha scritto Sandro Viola – ci è restituito l’uomo indimenticabile che fu: un impasto unico di forza fisica e nervosa, talento e grazia, profondità e leggerezza, allegria e malinconia”; c’è Nino Franchina in piedi, le gambe incrociate e i calzoni corti, tra piccole sculture e fil di ferro, e ancora Consagra, Manzù, Burri, e Christo ventisettenne già a impacchettare il mondo, o Marthial Raysse con gli ultimi ritocchi al suo “Supermag”. C’è quel Bernard Buffet che condusse la pittura sulle rive dell’esistenzialismo di Sartre, “chi – dice Troisi -riconoscerebbe oggi in quell’uomo seduto su una panchina in compagnia del suo bulldog uno dei rappresentanti più noti dell’espressionismo francese?”.

E poi arriva New York e i grandi maestri come Ben Shahn e Alexander Calder, già fotografati a Roma; c’è Tomi Ungerer, e il trombettista Hugh Masekela allora marito di Miriam Makeba. C’è Arthur Miller, che dopo il divorzio da Marilyn Monroe si era trasferito con la sua nuova moglie, la fotografa Inge Morath, al leggendario Chelsea Hotel.
Nei suoi corridoi si sono incrociati i più straordinari, innovativi, provocatori talenti della seconda metà del secolo scorso, le sue stanze sono state abitate da una folla di musicisti, scrittori e artisti che hanno segnato la storia del ‘900. E al Chelsea Enzo Sellerio, in quegli anni free lance per Vogue e Fortune, alloggia dal ‘65 al ’66. “Era l’epitome dell’ambiente artistico newyorkese – dice Troisi – residenza a lungo termine di artisti, scrittori e musicisti che qui si fermavano per anni, a volte per tutta la vita, e qui avevano i loro studi.
Le foto scattate in quegli appartamenti sono una grande pagina dell’attività di Sellerio, che entra nelle stanze con la curiosità di chi si confronta con una scena artistica e letteraria aperta e irrequieta, con un paesaggio esistenziale e culturale mobile, sfaccettato”.
Qui Sellerio fotografa, tra gli altri, Feiffer e Steinberg, Shirley Clarke, e Charles Jackson, Virgil Thomson,e lei, Edie Sedgwick, modella e attrice, musa di Andy Warhol e della Factory che al Chelsea aveva una base operativa. La fotografa per Vogue mentre piroetta su una scultura-rinoceronte, le braccia aperte come ali: ancora oggi questa, di un fotografo siciliano, è considerata la fotografia più iconica dell’icona della pop art.
Patti Smith racconterà di avere comprato quel numero di Vogue nell’agosto del 1965. Aveva poco più di 18 anni,sfogliandolo, il suo sguardo fu attratto da una ragazza sotto lo strillo “La gente parla di YOUTHQUAKERS”, era Edie Sedgwick in posa da ballerina, l’immagine di un cavallo bianco sullo sfondo. Un piccolo articolo che avrebbe giocato un ruolo enorme nella sua vita, spingendola oltre i confini del New Jersey, verso Manhattan con la promessa di arte e di avventura. “Rappresentava tutto per me – ha detto – : intelligenza, velocità, connessione con il momento”.
Dice Olivia Sellerio : “per me e mio fratello Antonio questa mostra è specialmente commovente, qui nostro padre è insieme testimone e protagonista, ha respirato la stessa aria dei personaggi ritratti, esposto nelle stesse gallerie, abitato gli stessi alberghi e, avvicinandoci alle loro vite, e così alla loro opera, ci racconta di sé”.
Della sua galleria di ritratti pubblicati nel libro “Persone” che ne comprende alcuni qui in mostra, Sellerio aveva scritto “ è la testimonianza sentimentale tout court, anzi tout coeur, di un’epoca, non molto lontana, che è diventata subito di antiquariato senza passare per la vecchiaia”.
“Ed è bellissimo – aggiunge Olivia – che i personaggi ritratti da nostro padre, sessanta, settant’anni fa, trovino casa oggi proprio all’Erbario dell’Orto Botanico, che è memoria dei fiori e si fa fiore alla memoria”.
Con mio fratello Antonio ringraziamo Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo, Michelangelo Gruttadauria, Presidente del SiMuA, e Paolo Inglese, Delegato per le attività di valorizzazione dei beni culturali, storici, monumentali di Unipa, di voler celebrare insieme alla casa editrice e all’Archivio Sellerio il centenario della nascita di nostro padre accogliendo i suoi ritratti in questo luogo raro ”.
“L’Orto Botanico e uno dei luoghi più iconici dell’Università di Palermo e siamo molto contenti di ospitare qui la mostra ‘Chelsea Hotel e altri atelier’ di Enzo Sellerio, nel centenario del fotografo e dell’editore che ci ha lasciato un memorabile, racconto per immagini”.
Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo.
“Il Sistema Museale di Ateneo, con il suo Orto Botanico, luogo di accoglienza e di diversità, ospita all’interno dell’Erbario storico del Gymnasium, spazio unico e sempiterno, la mostra ‘ Chelsea Hotel e altri atelier’, coi suoi ritratti anch’essi rari e senza tempo, i meravigliosi scatti in bianco e nero di Enzo Sellerio, così armonici tra gli scaffali dove antiche piante sono custodite a imperitura memoria”.
Michelangelo Gruttadauria, Presidente del Sistema Museale di Ateneo
“Per l’Università di Palermo ospitare la mostra di Enzo Sellerio è un privilegio e un dovere nei confronti dell’uomo e di tutta la comunità sociale e culturale.
Siamo grati a Olivia e Antonio Sellerio per avere scelto l’Orto Botanico come scenario della straordinaria capacità artistica di Enzo Sellerio”
Paolo Inglese, Delegato per le attività di valorizzazione dei beni culturali, storici, monumentali dell’Università di Palermo.