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Omaggio a Pietro Barillà: due giornate di studi a Taurianova Capitale del Libro alla riscoperta dell’opera dell’artista taurianovese

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Il 16 e 17 ottobre il convegno organizzato dalla Cooperativa Kiwi

Taurianova Capitale del Libro si prepara ad ospitare il convegno di studi dal titolo “Pietro Barillà (1887 – 1953). Artisti, luoghi e contesti nella prima metà del ‘900 in Italia”, due giornate di approfondimento promosse dalla Società Cooperativa Kiwi per far riscoprire alla città l’opera di un grande artista di origine taurianovese, per troppo tempo dimenticato.

Nannina_Archivio privato Barillà.

Il 16 e 17 ottobre, nell’Aula Consiliare del Palazzo Comunale, studiosi, critici, studenti e appassionati si riuniranno infatti per ricostruire il percorso artistico di Pietro Barillà, pittore, ceramista, decoratore e professore al Regio Istituto d’Arte Industriale di Napoli, nato a Radicena, oggi Taurianova, sul finire dell’Ottocento.

La fattucchiera, 1930, olio su tela,Taurianova, Palazzo Municipale.

L’obiettivo dell’evento è quello di riscoprire, proprio nel territorio in cui Barillà è nato e vissuto negli ultimi anni della sua vita, il grande artista che ha esposto le sue opere in importanti rassegne quali, tra le altre, la Biennale d’Arte Internazionale di Venezia, le Biennale di Monza e la Quadriennale di Roma, il tutto nell’ambito di approfondimenti sulle ricchezze del patrimonio culturale e storico-artistico calabrese.

«Il convegno nasce per riaccendere l’attenzione verso un grande artista, lasciato a lungo all’oblio storiografico e soprattutto poco noto nella sua regione d’origine – spiegano Laura Mileto e Angelo Carchidi della Cooperativa Kiwi, curatori dell’evento – e questa riscoperta la si deve agli importanti studi di Isabella Valente. Grazie al contributo delle relatrici e dei relatori ospiti, queste due giornate costituiranno, per la prima volta a Taurianova, un’occasione importante di studio e di analisi del profilo del pittore taurianovese, in relazione non solo al suo legame con il territorio calabrese, ma anche al contesto storico-artistico nazionale della prima metà del secolo scorso».

Pietro Barillà, raffinato e introspettivo artista del Novecento, ha saputo interpretare il proprio tempo con un linguaggio sobrio ed essenziale. La sua produzione artistica si distingue per la centralità dell’universo femminile, con mezze figure di donne delicate e dall’aria sognante, capaci di esprimere una profonda indagine psicologica. Nei suoi dipinti si ritrovano anche nature morte e paesaggi dai toni tenui e atmosfere sospese, che evocano una dimensione poetica e visionaria. Potente l’ispirazione derivante dalla sua permanenza a Parigi che hanno sicuramente allargato il fascino indefinibile delle sue opere.

«Prosegue anche il nostro percorso alla riscoperta delle grandi figure del panorama artistico e culturale che hanno avuto i natali nella nostra città e che per troppo tempo sono state sottovalutate e dimenticate – ha commentato Maria Fedele, assessore alla Cultura e direttore artistico di TCIL -. Dopo i momenti dedicati a Renda, Sofia Alessio e Gemelli Careri, non potevamo non dare il giusto riconoscimento anche ad un grande artista come Pietro Barillà. Solo attraverso il ricordo e la valorizzazione di questi grandi talenti possiamo creare un legame profondo con le nostre radici e rafforzare l’identità culturale della nostra comunità».

Il programma del convegno

Dopo i saluti istituzionali a cura dell’Amministrazione Comunale, la prima giornata di studi si aprirà con un intervento sull’artista a cura di Lidia e Laura Barillà, rispettivamente presidente e socia della Fondazione Lionello Balestrieri di Cetona (SI), nonché nipoti di Barillà. Discuteranno del contesto nel quale il pittore si è formato e ha lavorato, delle sue opere e dei luoghi nei quali queste sono conservate. Si parlerà, inoltre, degli studi a lui dedicati – a partire dalle importanti ricerche di Valente – e degli artisti a lui vicini, come, ad esempio, il pittore toscano Lionello Balestrieri (1872 – 1958).

Il convegno è inoltre motivato dalla donazione di un nucleo di dipinti da parte dei discendenti Barillà per la sezione del Novecento al MARCA – Museo delle Arti Catanzaro, nel 2021, nell’ambito del riordinamento scientifico delle sale della collezione permanente del museo catanzarese a cura di Maria Saveria Ruga.

Composizione_Archivio Privato Barillà.

Angelo Carchidi (architetto e progettista culturale di Kiwi) e Laura Mileto (ricercatrice indipendente) modereranno gli interventi di: Giuseppina De Marco (Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria); Maria Saveria Ruga (Accademia di Belle Arti di Catanzaro); Sergio Attanasio (architetto e già professore a contratto all’Università Federico II di Napoli); Valerio Deidda (Museo e Archivio di Sinnai); Antonella Aricò (ricercatrice indipendente); Laura Mileto.

Il convegno si concluderà con una visita al Palazzo Comunale di Taurianova, dove è oggi conservata “La fattucchiera”, tela di Barillà del 1930 che segnò il suo ingresso alla Biennale di Venezia. L’evento è promosso da Kiwi Società Cooperativa – Impresa Sociale, Comune di Taurianova e Taurianova Capitale del Libro 2024, in partenariato con Centro per l’Arte e la Cultura Achille Capizzano – Museo d’Arte dell’Otto e Novecento (MAON) di Rende (CS), con il contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria; Accademia di Belle Arti di Catanzaro; Fondazione Lionello Balestrieri di Cetona (SI); e con la collaborazione di Leonida Edizioni (RC).

Autoritratto giovanile, 1913 – 1916, olio su tela applicata su cartone, collezione privata.

Pietro Barillà nasce il 27 marzo 1887 a Radicena, oggi Taurianova (RC). Dopo una fase da autodidatta, riceve una prima formazione presso la Scuola di Arti e Mestieri di Messina, per poi proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Soggiorna nel primo decennio del Novecento a Venezia e in Francia, dove ha modo di apprendere le istanze della cultura figurativa d’oltralpe fin de siècle. Durante il primo conflitto mondiale perde parte del braccio sinistro. Tuttavia, la mutilazione non costituì mai un impedimento alla ricerca espressiva di Barillà. Dal 1920 insegna al Regio Istituto di Arte Industriale di Napoli, diretto, tra il 1914 e il 1937, dal pittore toscano Lionello Balestrieri (1872 – 1958), di cui egli nel 1924 diviene il genero sposando la figlia Iolanda. Aderisce, insieme al suocero e ad altri noti artisti campani, al gruppo degli Ostinati, vivace fucina culturale interessata a dibattere delle sorti dell’arte moderna napoletana. Dal 1929 fino al 1939 è Segretario del Sindacato Fascista di Belle Arti in Campania, promuovendone con assiduo impegno le esposizioni. Espone a diverse edizioni di importanti rassegne nazionali, fra le quali: Biennali di Monza; Biennale d’Arte Internazionale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Il pittore collabora insieme ad Alberto Chiancone (1904 – 1988) a due notevoli imprese decorative a Napoli. I due artisti sono impegnati, tra il 1936 e il ’39, per l’esecuzione di quattro grandi pannelli a buon fresco per le pareti laterali dei due corpi di fabbrica della Stazione Marittima e tra il 1939 e il 1940 il fregio del fronte del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare. Per la parete di fondo del Salone d’Onore del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari “Lamberto Loria di Roma, tra il 1941 e il 1942, realizza, sul riquadro in alto a destra, “La mattanza dei tonni”, facente parte di un ciclo di pitture murali raffiguranti le tradizioni e le principali attività lavorative regionali italiane. Barillà, nel secondo dopoguerra, prosegue l’attività di docente nell’istituto partenopeo, per poi ritirarsi in tarda età, a causa di un male, a Taurianova, dove muore il 16 ottobre del 1953.

Foto di copertina:

Barillà che ritocca La Fattucchiera a Venezia, 1930, fotografia di Giacomellli eseguita alla XVII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.

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